Che succede a Milano.
A Milano succede che il federalismo lavora anche sotto il profilo identitario locale.
Noi ci eravamo arrivati già qualche tempo fa, ma con molti meno soldi.
Inaugureremo i nostri Cineporti e avremo speso nove volte meno di loro.
Intanto, però, ecco cosa accade in Lombardia.
Fonte: ansa.it
CINEMA: NASCE POLO MILANO, CASTELLI: BASTA ROMANESCO MILANO – Per Umberto Bossi si è avverato un sogno: avere a Milano una Cinecittà dove girare film per raccontare la storia della Padania. “Dobbiamo far conoscere la nostra storia prima alla nostra gente – ha detto all’inaugurazione della prima palazzina del Polo della cinematografia lombarda – e poi al mondo”. Molto spesso nei suoi comizi Bossi ha parlato del progetto spiegando che “finora dovevamo dare i soldi alla Cinecittà di Roma e facevano film che ci insultavano. Ora li faremo noi sulla nostra storia”.
Bossi ha evitato critiche dure ai film romani, ma il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli si è scagliato contro le fiction dove tutti i protagonisti “che sia un bergamasco, che sia un altoatesino o un tedesco comunque parlano tutti in romanesco. E’ una cosa insopportabile”. “Dà fastidio – ha aggiunto -, non tanto per una questione localistica o campanilistica, ma è chiaro – precisa – che il linguaggio è parte essenziale dei personaggi”. Non sono mancate le repliche: il responsabile Ambiente del Pd, Ermete Realacci, originario del frusinate, ha augurato a Milano di rappresentare l’Italia meglio dei Cesaroni, mentre l’attore romano Flavio Insinna, protagonista di tante fiction, ha spiegato che “il problema è fare bene il proprio mestiere di attore, in dialetto o in lingua poco importa”. Bossi di questo non ha parlato. Ma ha spiegato di aver voluto la Cinecittà milanese non solo per garantire posti di lavoro: “avevo in mente di portare la cinematografia a Milano non solo per l’occupazione – ha osservato il segretario della Lega – ma per raccontare la nostra storia. Ci sono storie che Roma ha trascurato e le dobbiamo raccontare noi”.
Un primo passo, già fatto in questo senso, è il film di Renzo Martinelli sul Barbarossa che sarà proiettato in anteprima il 2 ottobre al Castello Sforzesco e sarà nelle sale dal 10 ottobre e poi in onda su Raiuno. In tutti i comizi negli ultimi tempi, anche dal palco di Pontida, il ministro ha invitato tutti a vedere la pellicola che racconta le gesta di Alberto Da Giussano. Un altro sogno è quello di raccontare la storia di Marco d’Aviano, il cappuccino che mise insieme l’esercito che fermò i turchi a Vienna salvando il Sacro Romano impero. Il film “lo faremo” ha detto arrivando al polo cinematografico insieme al sindaco Letizia Moratti e al ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Roberto Formigoni, vero padrone di casa, è arrivato poco prima e ha fatto gli onori accogliendo anche il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi. La Regione Lombardia, infatti, ha stanziato i circa 9 milioni di euro necessari per il restauro delle due palazzine principali dell’ex manifattura Tabacchi che ospiteranno la fondazione Cineteca italiana, la Lombardia Film Commission e la fondazione Centro sperimentale di Cinematografia oltre a diverse produzioni televisive. L’area complessiva è di 80 mila metri quadrati, 16 mila dati in comodato d’uso alla Regione per 99 anni nel 2006. Allora, alla firma dell’accordo, era presente anche Silvio Berlusconi, oggi Tremonti ha ricordato quel momento e ha lanciato l’idea di un “federalismo demaniale” per sfruttare nel modo migliore l’immenso patrimonio immobiliare italiano. “Tremonti è proprio un federalista” ha scherzato Bossi che ha fatto anche uno scambio di battute con Formigoni, ‘colpevole’ di un’abbronzatura marina. “Alla Lombardia manca il mare – ha risposto scherzando Formigoni – sono andato in perlustrazione”. Anche per lui, al di là delle battute, la cittadella del cinema é un progetto essenziale. “Lanciamo il grande cinema a Milano – ha detto -. Vogliamo dare spazio a giovani registi e attori”. E’ partito oggi a Milano il primo ciak di Happy Family, film di Gabriele Salvatores prodotto da Maurizio Totti, presente oggi fra gli altri con il presidente del centro cinematografico Francesco Alberoni, il regista Martinelli e tanti operatori del settore a cui è affidata la cittadella. Uno dei primi progetti, annunciati dal sindaco Letizia Moratti, sarà la digitalizzazione di Miracolo a Milano di De Sica a cui farà seguito quella di altri capolavoro che hanno la città come protagonista.